Per chi votare? Come scegliere il candidato politico?

PER CHI VOTARE? COME SCEGLIERE IL CANDIDATO ALLE PROSSIME ELEZIONI?

Queste sono le domande che, in queste ultime settimane, si pongono numerose persone.

In questo Post mi propongo a dare dei suggerimenti che possono aiutare l’elettore in questa scelta.

In alcuni siti sono presenti dei metodi, abbastanza simpatici, che aiutano nella scelta basandosi sulle caratteristiche dell’elettore stesso. Utilizzando un test, di tipo psico-attitudinale, si cerca di ricavare la figura sociale del potenziale elettore e quindi fornire come risultato il nome del partito che meglio si adatta a questa figura caratteriale. In pratica si basa sul principio “dimmi chi sei e ti dirò per chi votare”.

La scelta del candidato è quindi personale, e sottintende che il futuro parlamentare deve svolgere, esclusivamente, gli interessi dell’elettore. Ogni gruppo omogeneo di elettori ha un suo corrispondente rappresentante in Parlamento, che discute, lotta, e trama a loro vantaggio. La conseguenza negativa di questa filosofia è che il dibattito parlamentare si riduce ad una guerra intestina fra fazioni, fra classi sociali. Gli operai lotteranno contro gli imprenditori, le donne contro gli uomini, gli impiegati pubblici contro quelli privati, gli artigiani contro i dipendenti, i disoccupati contro i pensionati, i precari contro fissi, i ricchi contro i poveri, e così a seguire all’infinito. Il vantaggio di una classe o settore sociale sarà a scapito dell’altra; dopo una lotta continua non ci sarà nessun vincitore.

Concentrando i pensieri e le azioni su una sola classe sociale, si perde, di conseguenza, la visibilità delle problematiche più ampie. S’ignora la complessità delgnoranoi si ri e con le azioni,epende esclusivamente da quello personale, ma anche da quello della famiglia e della società e d grande sistema economico e sociale, non si vede più l’origine vera del problema.

In quest’infinita lotta fra fazioni è completamente trascurato l’interesse dell’Italia nella sua interezza.

L’elettore, quando sceglie il proprio candidato o il partito, non deve pensare solamente al proprio tornaconto, esclusivo della sua classe d’appartenenza. Dovrebbe ricordarsi che fa parte di una famiglia, in cui gli altri membri hanno diverse esigenze. L’elettore artigiano, non deve dimenticare che la moglie è un’impiegata, che il padre è un pensionato, che il figlio è uno studente o un precario, che il fratello è disoccupato, che la madre è malata. Occorre assolutamente considerare anche le necessità della famiglia, come non si può neanche trascurare l’interesse della ditta o ente in cui si lavora. Il benessere della persona non dipende esclusivamente da quello personale, ma anche da quello della famiglia, della società e della città in cui si vive.

Dobbiamo tenere sempre presente che ogni persona è inserita in una “grande ragnatela” che collega tutti i componenti della società civile, tutti gli esseri della natura ed anche il proprio passato. Il vero benessere, quello duraturo, si può ottenere solamente, quando migliora tutta la società nel suo complesso non solo una parte di essa.

La scelta del candidato non può essere personalizzata, ma generalizzata, e deve basarsi sulla ricerca della capacità di assolvere la funzione di capire e risolvere i problemi dell’Italia.

Le qualità del candidato politico devono essere le seguenti: onestà, professionalità e saggezza.

L’onestà è necessaria per avere la certezza che, il deputato, una volta eletto, non svolga l’attività per un suo interesse personale, anziché per la collettività. Le scelte politiche, quando sono soggette agli interessi personali, saranno senz’altro sbagliate e costose. Il parlamentare è il promotore delle leggi e di conseguenza deve essere il primo a rispettarle, altrimenti perde egli stesso la credibilità e la fa perdere allo Stato che rappresenta.

La professionalità è necessaria per eseguire bene qualsiasi lavoro. La scelta del proprio dottore, dell’insegnante per il figlio, dell’amministratore dei nostri beni, è svolta sempre richiedendo la professionalità, e analogamente va pretesa verso chi deve decidere per la nostra sorte e per le scelte importanti per la società italiana. Ogni parlamentare si occuperà prevalentemente di un certo argomento, sarà quindi auspicabile che ci sia già una certa preparazione ed attitudine per poterlo svolgere con competenza.

La saggezza diventa importante per valutare e confrontare le esigenze contrapposte, con equilibrio senza favoritismi, per saper gestire anche le situazioni d’emergenza.

Un governo costituito da persone che rispondono a questi requisiti, probabilmente non farà il nostro specifico e particolare interesse, ma senz’altro migliorerà la situazione economica e sociale dell’Italia e quindi, indirettamente permetterà, nel futuro, di migliorare quella personale.

Le scelte d’economia, delle detrazioni fiscali, delle tasse, degli investimenti, degli aiuti sociali, diventano secondarie, e sono tutte equivalenti, se realizzate con oculatezza ed equilibrio.

Il benessere in una nazione si può ottenere solamente quando è realizzata la giustizia sociale, il rispetto delle leggi e delle regole da parte di tutti, sia dai cittadini, sia dalla classe dirigente. Tale requisito è applicabile quando le leggi sono in quantità limitata e abbastanza chiare da essere comprensibili da tutti coloro che le devono rispettare. L’inosservanza della legge va punita o sanzionata immediatamente in modo da svolgere la sua azione correttiva e dimostrativa per gli altri.

L’obiettivo finale, a lunga scadenza, sarà quello di fare in modo che sia la coscienza della persona ha creare lo stimolo al comportamento corretto non la paura della sanzione.

Purtroppo l’attuale legge elettorale non ci consente di scegliere specificatamente il candidato preferito, ma in ogni modo la selezione del partito può essere fatta sempre con l’ottica della ricerca di dove le qualità, che abbiamo descritto, sono prese in maggiore considerazione.

Il partito politico, in pratica, si assume la responsabilità della scelta dei candidati che presenta nelle proprie liste, e si suppone che la selezione sia eseguita secondo i criteri condivisi dalla classe dirigente e dallo statuto del partito stesso. D’altra parte il partito conosce bene i propri candidati, considerando che esiste anche una certa amicizia fra gli iscritti; una conoscenza più profonda di quanto possono averla gli elettori, ascoltando semplicemente le interviste alla radio o alla televisione.

Si può cominciare ad escludere quei partiti che non considerano tali requisiti dei valori importanti.

Ovviamente la necessità di mantenere il potere, o semplicemente per vincere le elezioni, potrebbe indurre a cedere a qualche compromesso politico o morale. La debolezza può essere giustificata dal fine, come dice anche N. Machiavelli, ma deve rimanere assolutamente un eccezione e limitata nel tempo.

Tutto ciò è necessario per mantenere il livello normale già acquisito, ma se si desidera fare un passo di qualità, un vero miglioramento sociale, è indispensabile che all’interno del partito ci sia anche qualche idealista, (pochi perchè altrimenti sono dannosi).

Gli idealisti immaginano la società nel futuro lontano, quella felice e perfetta. Ignorando le problematiche e le limitazioni attuali, sono promotori di iniziative rivoluzionarie ma affascinanti. Sono derisi ma senza di loro il mondo non andrebbe avanti. Gli idealisti in politica sono equivalenti agli esploratori, agli scienziati pazzi. Senza di loro che rischiano la vita per effettuare grandi imprese, non avemmo scoperto l’America, non saremmo sbarcati sulla Luna, ecc.

La legge della “Par Condicio” non permette di andare oltre.

Buona fortuna da

Il Ragno

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